martes, 9 de noviembre de 2021
L'arte di inventare e raccontare storie
lunes, 25 de octubre de 2021
Libros sobre el otoño: del tiempo que transforma las cosas mientras pensamos que la vida es aburrida
Este ya es el sexto año que llevo en Barcelona y no tengo dudas, definitivamente el otoño es su estación mejor! No hay nada de esta estación que no me guste: la luz del sol es aun cálida y brillante, las hojas entre verde, amarillo y rojizo quedan perfectamente con los colores de las calles, el olor de las castañas está sincronizado con las luces de las farolas al anochecer para completar la atmósfera romántica. La ciudad se prepara al invierno con una explosión de vida que me encanta cada año. Creo, en general, que las estaciones intermedias también pintan el paso del tiempo y los cambios de una forma especialmente poética, lástima que cada año duren menos.
El concepto de paso del tiempo es algo difícil de explicar a l@s niñ@s. No se trata solo de comprender que los días se suceden en 24 horas etc.. Si no sobre todo de entender que el tiempo marca unas fases, influye sobre el mundo y lo transforma constantemente. Un buen modo de empezar puede ser educar a la observación, un ejercicio útil para desarrollar una habilidad, en mi opinión, muy importante: la atención. Parece algo banal, ya que l@s niñ@s suelen ser muy observad@res, pero no se trata solo de eso.
Para observar atentamente se necesita concentración y mucha paciencia, dos cualidades difíciles de entrenar hoy en día, en un mundo en el que todas las respuestas están tan a la mano como nuestros smartphones y los días son llenos de actividades. ACTIVIDAD. Esta es definitivamente la palabra que mejor define la cotidianidad infantil hoy. Sin embargo, por mucho que se diga, de aburrimiento nunca ha muerto nadie... todo lo contrario.
Volviendo al otoño, o quizás no, siempre me fascinan los libros que tratan en general el tema del paso del tiempo y de los cambios que produce. La imagen que he escogido para este post es de un álbum de una autora que me gusta mucho, Beatrice Alemagna, llamado Un gran día de nada . Non trata precisamente del otoño, aunque los colores de las ilustraciones, maravillosas por cierto, me recuerdan mucho esta estación. Además el protagonista se encuentra paseando en un bosque, uno de los lugares preferidos del otoño. Y se encuentra allí justo porque está aburrido, porque el aburrimiento (sí, a veces lo hace) despierta la curiosidad, la atención. Entonces aparecen los árboles, con sus hojas todas distintas, las setas agrupadas como pequeñas colonias en las esquinas más amparadas, el olor a tierra, el espejo de agua en el que ve hundirse su videojuego. Lo olvida casi enseguida. Et voilà! Aquí está el otoño, y el aburrimiento, y el tiempo que pasa y que deja que las cosas cambien, desaparezcan, nazcan, vuelvan en formas distintas. Sin embargo las recuerda, las recuerda como si las hubiera visto ya, olidas, tocadas, lejos, atrás, en el tiempo, luego aquí, ahora. Sin hablar del chocolate caliente una vez de vuelta a casa, ¿qué mejor conclusión para un libro.. o un cuento? Un libro sobre el otoño, tal vez sobre los cambios, del bosque y de nosotr@s mism@s, pero también sobre el tiempo que a veces parece no pasar nunca y otras en cambio ya ha pasado.. ¿pero cuándo?
Libri sull'autunno: del tempo che trasforma le cose mentre pensiamo di annoiarci
Questo è ormai il sesto anno che vivo a Barcellona e non ho dubbi sul fatto che l'autunno sia la sua stagione migliore. Non c'è nulla di questo periodo che non apprezzi: la luce del sole è ancora calda e brillante, le foglie gialle, verdi e ramate si intonano perfettamente con i colori delle strade, l'odore delle caldarroste è sincronizzato con l'accendersi delle luci in strada nel tardo pomeriggio. La città si prepara all'inverno con un'esplosione di vita che mi incanta ogni anno. Credo anche, in generale, che le mezze stagioni offrano un'affascinante lezione sullo scorrere del tempo e sui cambiamenti, in modo specialmente poetico. È un peccato che stiano scomparendo.
Il concetto del passare del tempo è piuttosto difficile da spiegare ai bambini/alle bambine. Non si tratta solo di comprendere che i giorni si susseguono, si suddividono in 24 ore etc...Ma soprattutto di capire che il tempo scandisce delle fasi, agisce sul mondo e lo cambia costantemente. Un buon modo di iniziare però può essere educare all'osservazione, un esercizio utile a sviluppare un'abilità, a mio avviso, molto importante della personalità: l'attenzione. Sembra banale, visto che i bambini/le bambine di solito sono grandi osservatori/osservatrici, ma non si tratta solo di questo.
Per osservare con attenzione c'è bisogno di concentrazione e anche di molta pazienza, due qualità difficili da allenare oggi, in un mondo in cui le risposte sono a portata di smartphone e le giornate sono piene di attività. ATTIVITÀ. Questa è indubbiamente la parola che definisce meglio la quotidianità infantile oggi. Eppure, chacché se ne dica, di noia non è mai morto nessuno...anzi.
Tornando all'autunno, o forse no, mi affascinano sempre molto i libri che trattano in generale il tema del passare del tempo e dei cambiamenti che produce. L'immagine che ho scelto per questo post viene da un albo di un'autrice che apprezzo molto, Beatrice Alemagna, intitolato Un grande giorno di niente . Non tratta precisamente dell'autunno, anche se la scelta dei colori delle illustrazioni, meravigliose, me lo ricorda tanto. E poi il protagonista si trova a passeggiare in un bosco, uno dei luoghi preferiti dell'autunno. E ci si trova proprio perché annoiato e la noia (sí, a volte lo fa) risveglia la curiosità, l'attenzione. E allora appaiono gli alberi con le loro foglie tutte diverse, i funghi cresciuti come piccole colonie negli angoli più riparati, l'odore della terra, lo specchio d'acqua in cui vede affondare il suo videogioco. Lo dimentica quasi subito. Et voilà! Ecco l'autunno, ecco la noia, ecco il tempo che passa e lascia che le cose cambino, scompaiano, nascano, ritornino, in forme differenti, eppure le ricorda, le ricorda come se le avesse già viste, annusate, toccate, lontane, indietro, nel tempo, poi qui, ora. Senza parlare della cioccolata calda una volta tornato a casa, quale miglior modo di concludere una giornata.. o un racconto. Un libro sull'autunno, forse sui cambiamenti, del bosco e di noi stessi/e, ma anche sul tempo che a volte sembra non passare mai e altre invece è già passato... ma quando?
domingo, 12 de septiembre de 2021
Leggere d'estate: l'avventura nell'avventura! Appunti di fine vacanze
D'estate non importa se si è adulti/e o bambini/e, in ferie o no, amanti della lettura o no. L'arrivo di questa stagione risveglia la voglia di uscire dalla propria vita e scoprirsi protagonisti/e di altre, in luoghi esotici o semplicemente nuovi. Se poi si ha la fortuna di potersi godere anche solo qualche giorno di relax senza orari da rispettare, distanze da percorrere, visite programmate, escursioni da fare, allora si ha anche l'occasione di potersi immergere nella lettura con la massima libertà, di lanciarsi nelle trame più intricate senza paura di dimenticare i dettagli della storia. Un'occasione che, da buona lettrice, cerco di non farmi mai scappare e a cui mi preparo con molta cura.
Ogni anno la scelta del libro da portare in vacanza inizia con molto anticipo e, vi dirò, fino all'ultimo momento i piani possono cambiare. Quest'anno però avevo abbastanza chiare le idee su "dove andare" una volta in ferie. Ho trovato questo libro per caso, anzi, come spesso succede, è stato lui a trovare me (grazie, tra l'altro, al mio libraio di fiducia). Si tratta di un romanzo basato su una spedizione artica di metà Ottocento, una delle tante che la marina inglese organizzò per aprire il tanto anelato passaggio a Nord Ovest. È in parte una storia vera, anche se, com'è ovvio, pochi sono i dettagli lasciati nei documenti ritrovati a posteriori. L'autore ha abilmente ricucito questa durissima e infelicissima impresa usando il filo del fantastico e trasformando l'insieme di diari di bordo frammentati di una ciurma troppo ambiziosa e ingenua in un'avventura dai toni cupi e violenti al contempo affascinante e agghiacciante. Era da tanto che non leggevo un romanzo ambientato in mare (anche se in questo caso era per lo più ghiacciato) e soprattutto che non leggevo un libro così lungo e denso. Ma ha superato di gran lunga le mie aspettative, tanto che ho faticato a sfogliarne le ultime pagine (chi ama la lettura sa a cosa mi riferisco: a volte è difficile accettare l'arrivo della fine della storia, ci si sente impreparati a lasciar andare quel mondo).
Insomma, nonostante le ferie calde e più corte del solito, quest'anno sono tornata al lavoro col ghiaccio abbagliante negli occhi, l'odore della salsedine e del corpo umano castigato dalla fatica e dalle intemperie nel naso, il sapore del rum e della marmellata gelosamente centellinata tra un pasto in scatola e una galletta ammuffita in bocca e la meraviglia dell'aurora boreale nella mente. Sento un insolito brivido provocato da freddo misto a paura quando ricordo le afose giornate di agosto in cui, nel silenzio tranquillo della spiaggia, il vento ghiacciato mi sferzava il viso nel buio costante della notte artica.
Sarebbe bello poter associare ad ogni estate passata l'avventura letta in un libro. Ne ricordo solo alcune purtroppo: la prima, senza dubbi, raccontata dalla voce paziente di mia madre nel lettone affianco a me, alla luce gialla della lampada del comodino, col rumore del mare che entrava dalla porta-finestra. Un'avventura fatta di lontre, civette e scoiattoli, fra boschi e fiumi sotto il cielo notturno della natura selvaggia. E poi, come no, la prima che mi sono raccontata da sola, un'estate in viaggio con "Il Battello a Vapore", nel silenzio pomeridiano di casa quando tutti erano al mare e con una scusa riuscivo a restare sola per un po'. Fino a quell'agosto in cui conobbi un ragazzino di nome Harry Potter, che aveva molto più che poteri magici e che mi ha fatto compagnia in tante e tante altre avventure negli anni a seguire. E poi i gialli, le leggende di pirati, le letture obbligatorie del liceo (chissà come sono riuscita a finire "Il trionfo della morte" d'estate in piena adolescenza).
La mia proposta allora è di riuscire negli anni a venire a ricordare i libri che accompagneranno le mie estati, partendo da questo lungo romanzo, che consiglio a chi si sente temerario/a e ha voglia di mettersi alla prova e sfidare le pagine (786), il gelo, la fame, la stanchezza, la paura.. e scoprire quanto lontano possiamo arrivare.
lunes, 7 de junio de 2021
Contar la muerte (y la vida): el papel de un libro...¡y de una librera!
Antes de trabajar en una librería infantil creía que los cuentos debiesen solo fomentar la imaginación, hacer vivir aventuras, enseñar lugares, culturas, posibilidades desconocidas, abrir la mente. Sigo pensándolo, desde luego, pero he descubierto que detrás de un libro hay mucho más que eso.
Para empezar, me he enterado de cuánto los adultos entramos en crisis por ciertas preguntas de l@s niñ@s. Sin embargo, ya a partir de los 3 años hacen preguntas a las que cuesta bastante contestar, sobre todo cuando perciben que algo fuerte está pasando o ha pasado en su entorno, afectando a quienes les rodean . Pues, a veces un libro puede servir como una herramienta, puede enseñar palabras para expresar algo que antes no sabíamos, puede regalar la posibilidad de comunicar ( y no solo a l@s niñ@s, más bien con ell@s).
Raccontare la morte (e la vita): il ruolo di un libro...e di una libraia!
martes, 11 de mayo de 2021
¡Piratas y horizontes infinitos!
Protagonistas de infinitas peripecias, desde los graciosos personajes de los cuentos de hadas, pasando por los valientes aventureros de las novelas juveniles, hasta los despiadados y fascinantes navegantes de la literatura para adultos, ¡no se puede escapar de los piratas! Tod@s hemos soñado con surcar los mares, abrir cofres llenos de oro y joyas preciosas, abandonar puertos seguros rompiendo corazones y luchar con espada y sombrero en el puente de un barco tambaleante en el mar agitado. Las historias sobre piratas son un clásico imperecedero.
Pirati e orizzonti infiniti!
domingo, 2 de mayo de 2021
La paura condivisa: un lettore indeciso e una libraia dubbiosa
El miedo compartido: un lector indeciso y una librera dudosa
Ayer, día 1 de mayo, en ocasión del día de l@s trabajador@s la librería estuvo cerrada.
El sábado en la tienda generalmente parejas y familias se alternan durante el día. Por la mañana, la mayoría de prisa, en búsqueda de un regalo de última hora antes de la comida con amig@s o familiares. Por la tarde con más calma y con los niñ@s también. El día pasa entre caprichos y rabietas desesperadas, padres dudosos, parejas que van de la mano ocupando todo el pasillo y grandes dilemas que se me presentan inesperados. Como hace unos meses, cuando un sábado por la mañana ha entrado una familia mixta: padre alemán, madre catalana, dos hijos.
miércoles, 28 de abril de 2021
It's always books o'clock ?
Ciao a tutti/e!
Comincia oggi la mia avventura in questo spazio che ho deciso di iniziare a costruire per raccontare le mie impressioni da libraia e i miei pensieri da lettrice. È che i libri sono sempre stati una costante nella mia vita, già prima di diventare oggetto del mio lavoro. Dalle favole, ai classici, fino ai romanzi contemporanei, non c'è stata una tappa della mia vita che non fosse accompagnata da un libro lì, sul mio comodino, nella mia borsa, sull'asciugamani in spiaggia, nella mia valigia. Una porta, tra l'altro di dimensioni e peso più che ragionevoli, sempre socchiusa affianco a me, per scivolare di tanto in tanto tra le sue pagine e nascondermici per un po'.
È sempre un buon momento per una buona storia, per raccontarla a sé stessi/e o a qualcun altro. Serve solo la voglia di ascoltare. Una bella sfida per la nostra società, no? Per fortuna è qualcosa che si può imparare, soprattutto da piccoli/e. Forse per questo mi ha entusiasmato tanto iniziare a lavorare in una libreria infantile. In fondo, è lì che comincia la magia, dove tutte queste porte restano chiuse finché qualcuno decide di dargli una possibilità e lasciarsi trasportare. Poetico, vero?
In ogni caso, ci ho messo poco a capire che i miei e le mie clienti più che bambini/e, sono padri, madri, familiari in generale, o anche amici e amiche. In altre parole adulti, che molte volte vengono in cerca di un libro "che finalmente l'appassioni alla lettura, perché per ora non le/gli piace per niente". Come se non fosse possibile che a qualcuno semplicemente non piaccia leggere.
È curioso, no? La voglia di educare alla lettura scivola pericolosamente (senza volere, è chiaro) sulla tendenza a obbligare alla lettura. Come se fosse indispensabile per essere considerati/e non intelligenti, si badi bene, ma piuttosto intellettuali. Non ho ancora capito perché sia così importante esserlo, continuo a indagare e prometto di mantenervi aggiornati/e. In tutta sincerità non ricordo se già c'era questa tendenza quando ero piccola, anche se di certo oggi, per fortuna sia chiaro, si parla molto di più di letteratura per ragazzi/e. E tuttavia ancora non sono sicura che ci siano più bambini e bambine lettori e lettrici. Di certo ce ne sono meno nelle librerie. E questo non lo capisco. L'obiettivo dell'educare alla lettura dovrebbe essere aiutare bambini e bambine a costruire la loro relazione con i libri. Per quanto ne so, il primo stadio di qualsiasi relazione è quello fisico: forse non è così anche per i libri?
Col tempo sono diventata dell'idea che questo va oltre il mio lavoro. Fondamentalmente perché succede fuori dalla libreria, prima di pensare di metterci piede. Ha a che fare con che cosa rappresenta un libro, prima che per i bambini e le bambine, per le loro famiglie e, in generale, per la società in cui vivono, in cui viviamo.
La domanda che mi pongo allora come libraia non è come possiamo fare perché ai bambini e alle bambine piaccia leggere, ma piuttosto: come possiamo fare perché non finiscano per odiarlo? Il mio vuole essere un semplice invito alla riflessione e per questo propongo, agli adulti, questo manifesto di Gianni Rodari in cui, a mio avviso, si trova più di una risposta (a più di una delle domande poste finora, direttamente o indirettamente).
Voglio allora che questo manifesto sia il punto di partenza di questo blog, che tratta di cosa sono i libri oggi e che possiamo farci.
Per quanto mi riguarda, possono essere spunti per evadere (come ho già detto) e per imparare: a riflettere, sì, ma anche a sentire e a comunicare. Perciò confermo, è sempre l'ora dei libri! Però la relazione tra libro e lettore/lettrice è intima e personale, che non possiamo forzare né governare. Ognuno ha bisogno del suo tempo e del suo libro, tanto per cominciare. È necessario rispettare entrambe e non solo come libraia/o. Può darsi che ci sia altro tempo e altri libri o magari ci sarà solo un libro in quell'unico momento. Non esiste un atteggiamento giusto verso la lettura, forse lo abbiamo dimenticato quando ci siamo convinti/e che la lettura è un'attività a senso unico, che non nasce da alcun tipo di relazione.
Eppure il piacere della lettura risiede, prima di tutto, nel godersi la bellezza di una storia, nel significato più ampio possibile di bellezza. Questo un lettore o una lettrice lo impara col tempo, attraverso il suo legame coi libri, dal primo albo illustrato al più crudo romanzo noir. Un@ librai@, in cambio, lo sa ed ha il dovere di continuare a guidare i suoi lettori e le sue lettrici nella ricerca di quella bellezza.
Qui concludo il mio primo post. Una premessa, spero piacevole, su quello che ho intenzione di scrivere a partire da ora.
Alla prossima!
lunes, 26 de abril de 2021
It's always books o'clock ?
¡Hola a tod@s!
Comienza hoy mi aventura en este espacio que he decidido empezar a construir para contaros mis impresiones de librera y mis pensamientos de lectora. Es que en mi vida los libros han sido una constante ya antes de volverse parte de mi trabajo. Desde los cuentos de hadas, los clásicos hasta las novelas contemporáneas, no ha habido una etapa de mi vida sin que algún libro estuviese ahí, en mi mesita de noche, en mi bolso, en mi toalla en la playa, en mi maleta. Una puerta, además de tamaño y peso muy razonables, siempre medio abierta a mi lado, para deslizarme de vez en cuando entre sus páginas y esconderme un buen rato.
Siempre es un buen momento para una buena historia, para contársela a un@ mism@ o a alguien más. Solo hacen falta ganas de escuchar. Un buen reto para nuestra sociedad, ¿no? Por suerte es algo que se puede aprender, sobre todo de pequeñ@s. Tal vez por eso me hizo tanta ilusión empezar a trabajar en una librería infantil. Al fin y al cabo, es allí donde empieza la magia, donde todas esas puertas quedan cerradas hasta que alguien decida darles una posibilidad y dejarse llevar. Poético, ¿verdad?
De todas formas, he tardado poco en darme cuenta de que mis client@s más que niñ@s, son padres, madres, familiares en general, o incluso amig@s. Es decir, adult@s, que muchas veces vienen buscando un libro "que por fin le enganche a la lectura, porque es que no le gusta para nada". Como si no fuera posible que a alguien, simplemente, no le guste leer. O al menos, resulta sorprendentemente difícil de aceptar.
Es curioso, ¿no? La voluntad de educar a la lectura resbala peligrosamente (sin querer es evidente) sobre la obligación a la lectura. Como si fuera imprescindible para ser considerad@ no inteligente, cuidado, más bien un o una intelectual. Aún no tengo claro por qué sea tan importante serlo, sigo investigándolo y prometo manteneros al tanto. En sinceridad no recuerdo si ya existía cuando yo era pequeña, pero seguramente hoy, por suerte, que quede claro, se habla mucho más de literatura infantil y aun así no estoy del todo segura de que haya más niñ@s lector@s. Seguramente hay menos en las librerías. Y eso no lo entiendo. ¡Si el objetivo de la educación a la lectura es ayudar a l@s niñ@s a construir una relación entre ell@s y los libros! Tengo entendido que el primer estadio de cualquier relación es el físico: ¿acaso no vale lo mismo con los libros?
Con el tiempo me hecho la idea de que esto va más allá de mi trabajo, básicamente porque es algo que ocurre fuera de la librería, antes de pensar en pisarla. Tiene que ver con qué es un libro, antes que para l@s niñ@s, para sus familias y, por ende, para la sociedad en la que viven, en la que vivimos.
La pregunta que me pongo como librera, entonces, no es cómo podemos hacer para que leer guste a l@s niñ@s, si no más bien ¿Cómo podemos hacer para que no acaben odiándolo? La mía es una simple invitación a la reflexión y por eso os propongo, a l@s adult@s, este manifiesto de Gianni Rodari en el que, en mi opinión, se encuentran más de una respuesta (a más de una pregunta de las hasta aquí, directa o indirectamente, planteadas).
Quiero entonces que este manifiesto sea el punto de partida para este blog, que va de qué son los libros hoy y de qué podemos hacer con ellos.
En mi opinión, son ocasiones para evadir (como ya he dicho) y aprender: a reflexionar, sí, pero también a sentir y a comunicar. Por eso confirmo, ¡siempre es la hora de los libros! Pero la relación entre libro y lector o lectora es algo muy íntimo y personal, que no podemos forzar ni dirigir. Cada persona necesita su tiempo y su libro, para empezar. Hay que respetar ambas cosas y no solo como librer@s. Puede que haya más tiempo y más libros o puede que será un solo libro en ese único momento. No hay una actitud correcta hacia la lectura, tal vez es algo que hayamos olvidado cuando nos hemos convencido de que la de la lectura es una actividad de un único sentido que no surge de ninguna relación.
Sin embargo el placer de la lectura reside, ante todo, en disfrutar de una bella historia, en el sentido más amplio de belleza posible. Esto un@ lector@ lo aprende con el tiempo, a través de su propia relación con los libros, desde el primer álbum ilustrado hasta la más cruda novela negra. Un@ librer@, en cambio, lo sabe y tiene el deber de seguir guiando a sus lector@s en la búsqueda de esa belleza.
Hasta aquí mi primer post. Una premisa, espero agradable, de lo que voy a escribir a partir de ahora.
¡Hasta el siguiente!