miércoles, 28 de abril de 2021

It's always books o'clock ?

Ciao a tutti/e! 

 Comincia oggi la mia avventura in questo spazio che ho deciso di iniziare a costruire per raccontare le mie impressioni da libraia e i miei pensieri da lettrice. È che i libri sono sempre stati una costante nella mia vita, già prima di diventare oggetto del mio lavoro. Dalle favole, ai classici, fino ai romanzi contemporanei, non c'è stata una tappa della mia vita che non fosse accompagnata da un libro lì, sul mio comodino, nella mia borsa, sull'asciugamani in spiaggia, nella mia valigia. Una porta, tra l'altro di dimensioni e peso più che ragionevoli, sempre socchiusa affianco a me, per scivolare di tanto in tanto tra le sue pagine e nascondermici per un po'.  

È sempre un buon momento per una buona storia, per raccontarla a sé stessi/e o a qualcun altro. Serve solo la voglia di ascoltare. Una bella sfida per la nostra società, no? Per fortuna è qualcosa che si può imparare, soprattutto da piccoli/e. Forse per questo mi ha entusiasmato tanto iniziare a lavorare in una libreria infantile. In fondo, è lì che comincia la magia, dove tutte queste porte restano chiuse finché qualcuno decide di dargli una possibilità e lasciarsi trasportare. Poetico, vero?

In ogni caso, ci ho messo poco a capire che i miei e le mie clienti più che bambini/e,  sono padri, madri, familiari in generale, o anche amici e amiche. In altre parole adulti, che molte volte vengono in cerca di un libro "che finalmente l'appassioni alla lettura, perché per ora non le/gli piace per niente". Come se non fosse possibile che a qualcuno semplicemente non piaccia leggere.  

È curioso, no? La voglia di educare alla lettura scivola pericolosamente (senza volere, è chiaro) sulla tendenza a obbligare alla lettura. Come se fosse indispensabile per essere considerati/e non intelligenti, si badi bene, ma piuttosto intellettuali. Non ho ancora capito perché sia così importante esserlo, continuo a indagare e prometto di mantenervi aggiornati/e. In tutta sincerità non ricordo se già c'era questa tendenza quando ero piccola, anche se di certo oggi, per fortuna sia chiaro, si parla molto di più di letteratura per ragazzi/e. E tuttavia ancora non sono sicura che ci siano più bambini e bambine lettori e lettrici. Di certo ce ne sono meno nelle librerie. E questo non lo capisco. L'obiettivo dell'educare alla lettura dovrebbe essere aiutare bambini e bambine a costruire la loro relazione con i libri. Per quanto ne so, il primo stadio di qualsiasi relazione è quello fisico: forse non è così anche per i libri? 

Col tempo sono diventata dell'idea che questo va oltre il mio lavoro. Fondamentalmente perché succede fuori dalla libreria, prima di pensare di metterci piede. Ha a che fare con che cosa rappresenta un libro, prima che per i bambini e le bambine, per le loro famiglie e, in generale, per la società in cui vivono, in cui viviamo. 

La domanda che mi pongo allora come libraia non è come possiamo fare perché ai bambini e alle bambine piaccia leggere, ma piuttosto: come possiamo fare perché non finiscano per odiarlo? Il mio vuole essere un semplice invito alla riflessione e per questo propongo, agli adulti, questo manifesto di Gianni Rodari in cui, a mio avviso, si trova più di una risposta (a più di una delle domande poste finora, direttamente o indirettamente).




 Voglio allora che questo manifesto sia il punto di partenza di questo blog, che tratta di cosa sono i libri oggi e che possiamo farci.  

Per quanto mi riguarda, possono essere spunti per evadere (come ho già detto) e per imparare: a riflettere, sì, ma anche a sentire e a comunicare. Perciò confermo, è sempre l'ora dei libri! Però la relazione tra libro e lettore/lettrice è intima e personale, che non possiamo forzare né governare. Ognuno ha bisogno del suo tempo e del suo libro, tanto per cominciare. È necessario rispettare  entrambe e non solo come libraia/o. Può darsi che ci sia altro tempo e altri libri o magari ci sarà solo un libro in quell'unico momento. Non esiste un atteggiamento giusto verso la lettura, forse lo abbiamo dimenticato quando ci siamo convinti/e che la lettura è un'attività a senso unico, che non nasce da alcun tipo di relazione.

Eppure il piacere della lettura risiede, prima di tutto, nel godersi la bellezza di una storia, nel significato più ampio possibile di bellezza. Questo un lettore o una lettrice lo impara col tempo, attraverso il suo legame coi libri, dal primo albo illustrato al più crudo romanzo noir. Un@ librai@, in cambio, lo sa ed ha il dovere di continuare a guidare i suoi lettori e le sue lettrici nella ricerca di quella bellezza.  

Qui concludo il mio primo post. Una premessa, spero piacevole, su quello che ho intenzione di scrivere a partire da ora.  

Alla prossima! 

lunes, 26 de abril de 2021

It's always books o'clock ?

¡Hola a tod@s! 

 Comienza hoy mi aventura en este espacio que he decidido empezar a construir para contaros mis impresiones de librera y mis pensamientos de lectora. Es que en mi vida los libros han sido una constante ya antes de volverse parte de mi trabajo. Desde los cuentos de hadas, los clásicos hasta las novelas contemporáneas, no ha habido una etapa de mi vida sin que algún libro estuviese ahí, en mi mesita de noche, en mi bolso, en mi toalla en la playa, en mi maleta. Una puerta, además de tamaño y peso muy razonables, siempre medio abierta a mi lado, para deslizarme de vez en cuando entre sus páginas y esconderme un buen rato. 

Siempre es un buen momento para una buena historia, para contársela a un@ mism@ o a alguien más. Solo hacen falta ganas de escuchar. Un buen reto para nuestra sociedad, ¿no? Por suerte es algo que se puede aprender, sobre todo de pequeñ@s. Tal vez por eso me hizo tanta ilusión empezar a trabajar en una librería infantil. Al fin y al cabo, es allí donde empieza la magia, donde todas esas puertas quedan cerradas hasta que alguien decida darles una posibilidad y dejarse llevar. Poético, ¿verdad?

De todas formas, he tardado poco en darme cuenta de que mis client@s más que niñ@s,  son padres, madres, familiares en general, o incluso amig@s. Es decir, adult@s, que muchas veces vienen buscando un libro "que por fin le enganche a la lectura, porque es que no le gusta para nada". Como si no fuera posible que a alguien, simplemente, no le guste leer. O al menos, resulta sorprendentemente difícil de aceptar. 

Es curioso, ¿no? La voluntad de educar a la lectura resbala peligrosamente (sin querer es evidente) sobre la obligación a la lectura. Como si fuera imprescindible para ser considerad@ no inteligente, cuidado, más bien un o una intelectual. Aún no tengo claro por qué sea tan importante serlo, sigo investigándolo y prometo manteneros al tanto. En sinceridad no recuerdo si ya existía cuando yo era pequeña, pero seguramente hoy, por suerte, que quede claro, se habla mucho más de literatura infantil y aun así no estoy del todo segura de que haya más niñ@s lector@s. Seguramente hay menos en las librerías. Y eso no lo entiendo. ¡Si el objetivo de la educación a la lectura es ayudar a l@s niñ@s a construir una relación entre ell@s y los libros! Tengo entendido que el primer estadio de cualquier relación es el físico: ¿acaso no vale lo mismo con los libros? 

Con el tiempo me hecho la idea de que esto va más allá de mi trabajo, básicamente porque es algo que ocurre fuera de la librería, antes de pensar en pisarla. Tiene que ver con qué es un libro, antes que para l@s niñ@s, para sus familias y, por ende, para la sociedad en la que viven, en la que vivimos.

La pregunta que me pongo como librera, entonces, no es cómo podemos hacer para que leer guste a l@s niñ@s, si no más bien ¿Cómo podemos hacer para que no acaben odiándolo? La mía es una simple invitación a la reflexión y por eso os propongo, a l@s adult@s, este manifiesto de Gianni Rodari en el que, en mi opinión, se encuentran más de una respuesta (a más de una pregunta de las hasta aquí, directa o indirectamente, planteadas). 


 

Quiero entonces que este manifiesto sea el punto de partida para este blog, que va de qué son los libros hoy y de qué podemos hacer con ellos. 

En mi opinión, son ocasiones para evadir (como ya he dicho) y aprender: a reflexionar, sí, pero también a sentir y a comunicar. Por eso confirmo, ¡siempre es la hora de los libros! Pero la relación entre libro y lector o lectora es algo muy íntimo y personal, que no podemos forzar ni dirigir. Cada persona necesita su tiempo y su libro, para empezar. Hay que respetar ambas cosas y no solo como librer@s. Puede que haya más tiempo y más libros o puede que será un solo libro en ese único momento. No hay una actitud correcta hacia la lectura, tal vez es algo que hayamos olvidado cuando nos hemos convencido de que la de la lectura es una actividad de un único sentido que no surge de ninguna relación.

Sin embargo el placer de la lectura reside, ante todo, en disfrutar de una bella historia, en el sentido más amplio de belleza posible. Esto un@ lector@ lo aprende con el tiempo, a través de su propia relación con los libros, desde el primer álbum ilustrado hasta la más cruda novela negra. Un@ librer@, en cambio, lo sabe y tiene el deber de seguir guiando a sus lector@s en la búsqueda de esa belleza. 

Hasta aquí mi primer post. Una premisa, espero agradable, de lo que voy a escribir a partir de ahora. 

¡Hasta el siguiente!